In scena Ezio Schiavulli, ideatore, coreografo e interprete
Le rubriche di fashionchannel.ch: “DANZA & BALLETTO” con la Direzione artistica di Michele Olivieri
CREMONA – Due batterie, sopraelevate, si fronteggiano formando un unico strumento, una sorta di ibrido a due teste, come la figura travolgente di questo “padre” da cui emerge o si difende il danzatore. In scena Ezio Schiavulli, ideatore, coreografo e interprete di “Heres: nel nome del figlio”, al Teatro Ponchielli sabato 16 marzo (ore 20.30) e domenica 17 (ore 18.30) marzo.
Con il coreografo danzatore sul palco due eclettici batteristi: Dario De Filippo e Elvire Jouve. Gli occhi dei tre interpreti si cercano, si misurano. Ciascuno porta il proprio universo artistico a beneficio dell'altro, trascinandosi in nuovi mondi, allontanando la propria zona di protezione, per convergere finalmente in un trio dove il danzatore e i musicisti si scambiano i ruoli con ritmo drammaturgico, dinamico e incalzante.
Incarnare in prima persona l’idea generata dalla propria mente, attraverso un ordito lucido e poetico che oscilla tra autobiografismo e senso universale. […] una vera e propria analisi performativa del rapporto tra padri e figli. […] il lavoro fa dell’incontro/scontro tra danza e musica il motore da cui generare una partitura fisica dalle sfumature cangianti, dove leggere in filigrana rimandi psicoanalitici ai diversi miti greci. In dialogo costante con due batterie, strumento amato dal padre, Schiavulli esprime in maniera bruciante il desiderio di ritrovare il proprio genitore ma anche l’esigenza di autoaffermazione. Sapiente la drammaturgia unita alla sua performance tellurica.
(Premio Autore/Interprete Danza&Danza 2022)
“Heres: nel nome del figlio” è il titolo della pièce del coreografo e interprete Ezio Schiavulli, processo di creazione che si realizza tra settembre 2020 e maggio 2022. Combinando ricerca, creazione e insegnamento, il coreografo si impegna a creare legami tra la danza e la società. Per questo progetto percorre le tracce dei miti greci, un assolo particolarmente percussivo e musicale nato dalla collaborazione scenica con due batteristi della scena musicale contemporanea e internazionale: Anne Paceo e Dario De Filippo. Questo lavoro esplora i complessi di Edipo e di Telemaco, è un percorso di studio e di ricerca su un tema universale: quello del rapporto padre-figlio. È una domanda che parte dall'esperienza personale del coreografo che cerca di definire il ruolo e l'identità dell'erede:” Quale eredità i padri lasciano ai figli? Eredi di un'assenza di valori, prospettive e radici o futuri artefici di nuovi orizzonti che vanno tracciati sulla base dell'esperienza dei padri?” Un tema immortale, ma soprattutto opportuno ed essenziale per la società contemporanea, frastagliata e confusa, dove il significato della parola “Erede” oscilla, adesso come non mai, tra le sue due probabili etimologie: “essere privato-vuoto” e “colui che riceve”. La creazione stabilisce un forte parallelismo tra il rapporto padre-figlio e la costruzione dell'identità sociale: il radicamento, lo sradicamento e la questione delle origini. Viene attuata un’analisi della società e di coloro che rifiutano le proprie origini, per passare ad altre identità come emerge nelle nuove generazioni, che costruiscono le proprie libertà distaccandosi dalle loro eredità. Lo spettro della libertà allontana l'esperienza dei “padri”, della loro educazione e quindi dei limiti imposti, confutando la questione stessa della discendenza e dell'esperienza della filiazione e negando l’essere figlio ed erede.
A cura di Michele Olivieri (Direttore Sezione Danza)