DANZA & BALLETTOVirgilio Sieni porta in scena “La natura delle cose”

10.02.22 - 20:00
Al Teatro Morlacchi di Perugia, nell’ambito della rassegna “La danza del giovedì”
(Foto di Stefania Vasapollo)
(Foto di Stefania Vasapollo)
Virgilio Sieni porta in scena “La natura delle cose”
Al Teatro Morlacchi di Perugia, nell’ambito della rassegna “La danza del giovedì”

Le rubriche di fashionchannel.ch: “DANZA & BALLETTO” con la Direzione artistica di Michele Olivieri

PERUGIA – Un altro appuntamento con La danza del giovedì, il nuovo progetto del Teatro Stabile dell'Umbria realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Venerdì 11 febbraio alle 21 e sabato 12 febbraio alle ore 18, al Teatro Morlacchi di Perugia, va in scena “La natura delle cose” di Virgilio Sieni, uno dei più significativi danzatori e coreografi viventi, artista attivo in ambito internazionale per le massime istituzioni teatrali, musicali, fondazioni d’arte e musei, vincitore di tre premi UBU e Direttore della Biennale Danza dal 2013 al 2016.

Lo spettacolo si basa sul poema filosofico-enciclopedico di Lucrezio, “De rerum natura”. Per l'elaborazione della drammaturgia, Sieni si è avvalso della prestigiosa collaborazione di Giorgio Agamben, tra i più importanti e originali filosofi del nostro tempo, noto e tradotto a livello mondiale. La musica è una creazione originale di Francesco Giomi, compositore e direttore del centro Tempo Reale Firenze; il testo dello spettacolo è stato letto e registrato dalla celebre cantante Nada, che per la prima volta offre il suo contributo vocale in uno spettacolo coreografico.

I cinque danzatori, Ramona Caia, Jari Boldrini, Nicola Cisternino, Maurizio Giunti, Andrea Palumbo, attraversano le tre scene dando vita a un compatto quartetto di uomini e a una figura femminile metamorfica e sempre presente, come la Venere-dea dell’atto generativo evocata da Lucrezio all’inizio del suo poema. La scelta del De rerum natura coincide con l’urgenza di rivolgersi alla natura delle cose, alla loro anima e origine, ponendo la danza come strumento di indagine e come manifesto per una riflessione sull’oggi. Attraverso una partitura di elementi sottili, dove la luce sembra sostituirsi al corpo e il senso del vuoto all’apparizione di corpi trasfigurati e galleggianti, si apre uno squarcio su un corpo unico che abita la scena: un corpo che comprende altri corpi, altre forme; che lancia messaggi di pace e che si rivolge all’ascolto, alla democrazia e alla libertà della tecnica, al senso laico del mistero. Una complessa macchina fisica che permette a Venere, presenza umana e pupazzo allo stesso tempo, di muoversi in una prolungata sospensione corporea, per poi discendere lentamente, per gradi, fino a terra. I corpi si mostrano allo stesso tempo ricoperti di simulacri e denudati, e si mostrano nel loro atto di genesi e di costruzione, nel loro formarsi e trasformarsi; qui la pelle si espone al vuoto, fondando un tempo che si apre alla sospensione e affermando decisamente, con Lucrezio, che “nulla nasce da nulla”.

Info: 075 57542222 / 393 9139922 / 075 5722555

A cura di Michele Olivieri (Direttore Sezione Danza)

 

 

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