Antonio Ricci ha attaccato Achille Lauro definendolo un 'ottimo prodotto di marketing' e ha spiegato di pensare che non sia affatto cresciuto tra miseria e carcere, come vorrebbe far credere, visto che il padre è un magistrato
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MILANO - Il 69enne stavolta ha attaccato apertamente Achille Lauro, definendolo un 'ottimo prodotto di marketing', e aggiungendo di non credere affatto che sia cresciuto tra miseria e carcere visto che suo padre è un magistrato con cui, pare, andasse in vacanza nella costosissima Cortina, ritrovo dell'alta società italiana.
"Non lo trovo sincero. Penso sia un ottimo prodotto di marketing, un perfetto indossatore per Gucci. Per fare il trapper raccontava nelle interviste di essere cresciuto nella miseria, tra droga e carcere. Appena arrivato al Festival di Sanremo, per allargare il suo pubblico, ha spacciato la sua canzone sulla droga Rolls Royce come se fosse la rilettura della Balilla di Giorgio Gaber", ha spiegato Ricci in un'intervista rilasciata a 'Il Corriere della Sera'.
"Abbiamo avuto cantanti e poeti che hanno apertamente scritto opere sull'argomento droga, sinceramente e senza problemi. Lui, appena annusato l'odore del quattrino, si è genuflesso a Gigi Marzullo. Un vero 'maledetto' doc. È riuscito a sostenere che il suo album 'Dio c'è' sia una riflessione religiosa, quando invece è l'acronimo di DrogaInOfferta CostiEconomici. Ha ricevuto pure il plauso dell'Avvenire", ha aggiunto.
"Quest'anno è venuto fuori che suo padre è un magistrato di Cassazione e che andavano in vacanza a Cortina. Non vorrei offendere, ma, secondo me, è assolutamente etero, fa finta di essere trisessuale, solo per essere più trendy", ha quindi concluso.
Redazione Gossip