L’Istituto Italiano di Cultura ospita Virgilio Sieni in India
Le rubriche di fashionchannel.ch: “DANZA & BALLETTO” con la Direzione artistica di Michele Olivieri
NEW DEHLI – “Quando a notte vado sola al mio convegno d’amore, / gli uccelli non cantano, il vento non soffia, / le case ai lati della strada sono silenziose. / Sono i miei bracciali che risuonano a ogni passo, / e io sono piena di vergogna. / Quando siedo al balcone e ascolto per sentire / i suoi passi, le foglie non stormiscono sui rami. / E l’acqua del fiume è immobile come la spada / sulle ginocchia di una sentinella addormentata. (…)”. (Rabindranath Tagore, “Gitanjali - Il giardiniere”)
Riprendere la tradizione Moghul del “giardiniere”, e del senso dell’espressione gitanjali che è quello di dono e offerta di canti, significa cercare di interpretare l’unicità di poesia, musica e movimento che è presente in tutta la tradizione della danza indiana.
Ispirato dal grande poeta e scrittore Rabindranath Tagore, autore di Gitanjali - “Il giardiniere”, Virgilio Sieni mira a esplorare l’espressione della sensibilità nelle nuove generazioni della danza nel subcontinente. Il progetto Gitanjali avviatosi lo scorso aprile, ha attivato un dialogo, attraverso incontri e laboratori, con danzatori e giardinieri indiani, concentrandosi sulla composizione della sensibilità visiva, le rappresentazioni della natura e del giardino, le figure maschili e femminili, il ritmo e la manifestazione delle emozioni nei gesti del corpo.
Sono stati selezionati alcuni giardinieri dell’Istituto Italiano di Cultura e della Scuola Nazionale di Teatro di New Delhi per mettere in luce, in chiave poetica, l’azione di cura necessaria verso piante e alberi nel contesto urbano, dove migliaia di giardinieri, visibili e invisibili, contribuiscono a rendere la città di Delhi più verde con il loro instancabile lavoro quotidiano. Sono inoltre stati individuati alcuni danzatori classici provenienti dalle varie tradizioni di danza indiane.
Lo spettacolo “GITANJALI”, in scena il 25 ottobre 2024 presso la “Bikaner House di New Delhi”, coinvolge Virgilio Sieni, sei danzatori classici indiani e quattro giardinieri in un’azione coreografica che unisce in un atlante di gesti, unico e inedito, le diverse concezioni e visioni del corpo nella tradizione occidentale e in quella orientale. Un giardino di gesti, emozionale e poetico.
Impararsi nel tempo degli umili di Virgilio Sieni: I giardinieri, sono loro, gli umili che innestano nel cuore delle danze orientali e occidentali il seme del piangere, quella forma di compassione che solo le persone ultime richiamano col farsi a una luce che è vita. La storia e la contemporaneità di quei gesti, le forme d’incontro, gli atti di conoscenza, il giardino come opera d’arte e modo di abitare, il sentire sorgivo della loro presenza che opera in sintonia con la natura, la città, i monumenti e il caos. Sono i gesti dei giardinieri declinati alle esigenze delle piante, dei fiori, dei prati, dei monumenti intorno, a donare forme di vita artigianale e umana, tanto poetica quanto irrinunciabile. Il giardino si muove e vive coi giardinieri. Le danze sono un omaggio ai giardinieri che plasmano tanta bellezza, una forma di meditazione che trasmettono quotidianamente con la loro opera e il loro farsi nei giardini di New Delhi. L’accesso ai parchi, ai giardini, la visione di aiuole e piccoli appezzamenti fioriti, così come le danze di Gitanjali, rendono giustizia a questi viventi nella forma in cui patiamo la potenza dei loro gesti e delle posture talmente antiche, faticose, terrene, da apparire incantate. L’incontro con alcune danzatrici e danzatori indiani di formazione tradizionale e contemporanea è giocato sulla comprensione e l’ascolto. Dai gesti e gli attrezzi primordiali dei giardinieri - zappette, forbici, scope, petali, tubi per innaffiare - prenderanno vita delle brevi danze che andranno a comporre un atlante emozionale di gesti: un giardino di gesti appunto, che s’inabissa nell’antichità delle posture per irrorare noi, abitanti di questo mondo.
Sul “saperci fare” con la terra di Franco La Cecla: Da quando Andrea Anastasio è stato nominato, per chiara fama, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Delhi abbiamo cominciato a discorrere su quale sarebbe stato il fil rouge dei suoi prossimi anni di lavoro. Ne è venuta fuori l’idea che sarebbe molto appropriato e fedele alla chiamata dei tempi fare di questa occasione un modo di riflettere su cosa è e come può esprimersi oggi la compassione come forma di vita nella quotidianità. Mai come adesso che i dubbi sulla natura umana si addensano sul nostro capo, credere che invece essa si possa esprimere nel minuto dell’abitare, nella frenesia delle città, nella irruzione dei conflitti e che sia una risorsa, una facoltà umana incancellabile e legata alla reciprocità sembra una sfida inevitabile. Dentro a questo quadro si è sviluppato un progetto di collaborazione con Virgilio Sieni. Abbiamo ravvisato in lui qualcuno che possa essere capace di assorbire dalla quotidianità di Delhi lo stimolo per esprimere in gesti, pratiche e coinvolgimenti con la gente comune un progetto di dignità rispetto a coloro il cui saper fare perpetua il benessere urbano ma rimane invisibile. Si è subito pensato ai giardinieri, sia per il valore che all’idea di giardiniere, gitanjali, viene dato nella poesia e nella letteratura indiana, sia perché in una città come Delhi i giardini sono la chiave per l’umanizzazione di una metropoli immensa e a volte spietata. I giardinieri, spesso dalit, situati in una condizione particolare di quasi intoccabili perché “toccano la terra” sono invece la garanzia che essa dia frutti e fiori, fragranze e frescure, ombre e ispirazioni. Questo primo approccio ci ha ispirato nel coinvolgere Stefano Savona, regista e documentarista italiano di cui sapevano la sensibilità al mondo indiano e in generale la capacità di silenziosamente porsi in osservazione ed ascolto e riportare la realtà con fedeltà e passione allo stesso tempo. Questo nostro team si è trovato ad aprire dunque, letteralmente, le danze nel mese di Aprile 2024 con l’intenzione di porre le basi per un lavoro duraturo. Infatti, nella scia dell’attenzione alle arti del “saperci fare”, prendersi cura e costruire con la terra ci è venuta l’idea di una trilogia che comprenda i giardinieri di Delhi, i suoi pulitori e i manovali.
L’Istituto Italiano di Cultura di New Delhi, diretto da Andrea Anastasio, ospita Virgilio Sieni in India per un progetto triennale sulla dignità del gesto - in collaborazione con l’antropologo Franco La Cecla e il regista Stefano Savona - creato con giardinieri di New Delhi e nuove generazioni di danzatori indiani.
Centro di Rilevante Interesse per la Danza Virgilio Sieni
Istituto Italiano di Cultura New Delhi
VIRGILIO SIENI / FRANCO LA CECLA
ANDREA ANASTASIO / STEFANO SAVONA
GITANJALI
prima assoluta
Venerdì 25 ottobre 2024 ore 18.30
Bikaner House, NEW DELHI - INDIA
Pandara Road, NEW DELHI-110003
Coreografia: Virgilio Sieni
Assistente: Lalit Khatana
Coordinamento: Gunjan Shukla
Danzatori: Prerna Joshi, Pallavi, Mansi Kumari, Gunjan Gupta, Raja Anand, Rahul Chettri, Virgilio Sieni
Musicisti: Rajesh Pathak (voce), Mustafa Hussain (tabla)
Giardinieri: Sharda Prasad, Kalu Ram, Kundan, Amar Lal, Rakesh Kumar, Sonu Kumar, Vivek Kumar
Aiutanti: Priyanka, Shivani, Kanchan
Info: www.iicnewdelhi.esteri.it
INFO: Centro di Rilevante Interesse per la Danza Virgilio Sieni
via Santa Maria 23/25, Firenze Tel. +39 055 2280525 | www.virgiliosieni.it
A cura di Michele Olivieri (Direttore Sezione Danza)