Coreografia di un romanzo familiare in prima nazionale
Le rubriche di fashionchannel.ch: “DANZA & BALLETTO” con la Direzione artistica di Michele Olivieri
ROMA – Un grande romanzo coreografico per narrare i legami familiari oltre i vincoli di sangue e creare nuove forme di coesistenza attraverso la danza. Dopo il successo dei soli “Best Regards” (2020) e “First Love” (2018), il giovane autore e performer Marco D’Agostin torna al Torinodanza Festival con la prima nazionale di SAGA, in programma martedì 19 e mercoledì 20 ottobre, alle 20.45, alle Fonderie Limone di Moncalieri. Premio Ubu 2018 come Miglior performer under 35, D’Agostin debutta con questo lavoro nella coreografia di un gruppo di cinque danzatori, impegnati a generare parentele invisibili e impreviste mediante un atto performativo corale. Un viaggio nella memoria fisica e emotiva degli individui che compongono una comunità, sviluppato durante l’estate mediante una serie di laboratori e incontri sul tema delle reti familiari nei territori montani di Fenestrelle, Oulx e Pragelato, grazie al finanziamento del Bando Prossimi della Fondazione Time2. Rappresentato per la prima volta ai Rencontres chorégraphiques internationales de Seine-St-Denis lo scorso giugno, lo spettacolo è proposto con le scene di Paola Villani, le luci di Alessio Guerra e il suono di Pablo Esbert Lilienfeld. Protagonisti sul palco i performer Marta Ciappina, Alice Giuliani, Leon Marič, Stefano Roveda e Julia Rubies. Saga è realizzato con il supporto di Fondation d’entreprise Hermès nell’ambito del suo programma New Settings.
“Le molteplici forme che la famiglia ha assunto nella storia del mondo mi commuovono per la loro fantasia – racconta Marco D’Agostin –: trasparenti come meduse o intricate come rovi, semplici come distese di sabbia o accidentali come pendii carsici. Delle famiglie non mi interessano le felicità o le infelicità̀ ma la loro composizione, la creatività̀ con cui si assemblano, distruggono e ricompattano, l’esercizio di volontà̀ che rappresentano nella natura e sulla natura. La famiglia è per me un modo di abitare il mondo assieme e dunque di danzarlo; intendo osservarlo come atto di estrema libertà: un sistema complesso ma fluido in cui esiste tra i soggetti una reciprocità̀ dell’essere”.
Basato sugli studi antropologici di Marshall Sahlins, Saga indaga la nozione alternativa di famiglia come “partecipazione attiva delle persone nelle reciproche esistenze”. Ben più complessa della semplice consanguineità, questa forma di parentela si definisce mediante la convivialità, la residenza comune, i ricordi condivisi, le sofferenze compartite e così via. Consuetudini sociali e culturali che nel linguaggio di D’Agostin si traducono in logiche misteriose di risonanza fra corpi che coinvolgono il canto oltre al movimento, mentre il tempo della scena si contrae in istante o si dilata in fenomeno cosmico.
Marco D’Agostin (1987) è un artista attivo nel campo della danza e della performance. Il suo lavoro si interroga sul funzionamento della memoria e pone al centro la relazione tra performer e spettatore. Dopo una formazione con maestri di fama internazionale quali Yasmeen Godder, Nigel Charnock e Emio Greco, ha iniziato la propria carriera come interprete, danzando per Claudia Castellucci/Socìetas Raffaello Sanzio, Alessandro Sciarroni, Liz Santoro, Iris Erez e Sharon Friedman. Dal 2010 ha sviluppato la propria ricerca come coreografo ospite in numerosi progetti internazionali e presentato i propri lavori (Everyting is ok, The Olympic Games, Avalanche, First Love, Best Regards) nei principali festival e teatri europei quali Rencontres chorégraphiques e Théatre de La Ville di Parigi, Les Brigittines di Bruxelles e The Place di Londra. Premio Ubu 2018 come Miglior performer under 35, ha ricevuto altri importanti riconoscimenti quali il Premio Gd’A Veneto 2010, la Menzione Speciale al Premio Scenario 2011, il Premio Prospettiva Danza 2012, il Teatro Libero di Palermo Prize al BEFestival e il secondo premio al concorso (Re)connaissance di Grenoble nel 2017. È stato per due volte tra le Priority Company del network europeo Aerowaves. Dal 2019, su invito di Boris Charmatz, è uno dei venti danzatori del progetto “20 Dancers for the XX Century”, per il quale interpreta il repertorio Schuhplattler dello spettacolo Folk-s di Alessandro Sciarroni. Nel 2020 è stato invitato da Marie Chouinard, direttrice della Biennale Danza, a realizzare una nuova creazione per i danzatori di Biennale College. È uno dei fondatori di VAN, organismo di produzione della danza riconosciuto e sostenuto dal Ministero della cultura dal 2015.
Info: www.torinodanzafestival.it
A cura di Michele Olivieri (Direttore Sezione Danza)