“L’après midi d’un Faune”, “Boléro”, “Le Sacre du Printemps”
Le rubriche di fashionchannel.ch: “DANZA & BALLETTO” con la Direzione artistica di Michele Olivieri
FIRENZE – In prima assoluta Roberto Zappalà affronta tre grandi composizioni classiche e per lui anche “sacre” che hanno segnato il percorso coreografico e musicale del secolo scorso. Un processo creativo lungo dieci anni che sottolinea il rispetto che il coreografo catanese ha per questi lavori e che oggi giunge a maturità per la messa in scena. “L’après midi d’un Faune”, “Boléro”, “Le Sacre du Printemps” (trilogia dell’estasi) sono le tre creazioni che compongono un unico spettacolo, unite dal comune denominatore del linguaggio chiaro e selvaggio di Zappalà.
Lo spettacolo debutta in prima assoluta il 30 e 31 maggio all’Auditorium Zubin Mehta di Firenze, nel cartellone del Festival del Maggio Musicale Fiorentino, ed è una co-produzione Scenario Pubblico|Compagnia Zappalà Danza Centro di Rilevante Interesse Nazionale, Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (Firenze), Centre Chorégraphique National de Rillieux-la-Pape (Lione), Fondazione I Teatri (Reggio Emilia), MilanOltre Festival (Milano), Teatro Massimo Bellini (Catania), in collaborazione con Fondazione Teatri di Piacenza e Fondazione Ravenna Manifestazioni. Un lavoro per 14 danzatori e 10 comparse che vedrà per le date catanesi al Teatro Massimo Bellini (6/13 ottobre) l’esecuzione dal vivo della musica a cura dell’Orchestra dello stesso Teatro, diretta da Vitali Alekseenok.
La sfida e la scommessa di questa trilogia è quella di trovare un nuovo immaginario che tenendo conto del passato, forte della maturità acquisita, personalizzi un mondo che ha già un potere evocativo immenso. Il lavoro sullo spazio è una componente fondamentale tanto che Roberto Zappalà crea un “dispositivo scenico” unico e valido per le tre composizioni musicali, che limita, amplifica, "modifica", la danza.
Il primo spunto concettuale della creazione è ispirato ad un tragico fatto di cronaca accaduto durante una festa in una villa nella campagna romana agli inizi del 2021 sul quale si innesta un’evocazione dell'iconica sequenza della festa in “Eyes wide shut” di Stanley Kubrick; entrambi, episodio di cronaca nera e scene cinematografiche, vengono liberamente trasfigurate dall’immaginario visivo e coreografico di Zappalà. La creazione è appunto realizzata in un set unico per tutte e tre i lavori. Ne “L’après midi d’un faune”, (già rappresentato in forma di studio con un solo danzatore, negli anni passati) l’esclusione, il sentirsi estranei, il non potere o volere partecipare a una socialità forzata, quasi obbligata, ha una “via di fuga” in un erotismo sognato e vagheggiato, in parte onanistico; in “Boléro”, al contrario, l’inclusione, il vizio, la lussuria sono soggetti a una sessualità apparentemente libera ma in realtà sottomessa a una ritualità che prevarica sugli stessi partecipanti al rito; e, infine, ne “Le Sacre du Printemps”, la persecuzione e il sacrificio è collettivo e non individuale e sono parte integrante del rito che viene messo in scena. Per citare il titolo di un vecchio film di Claude Lelouch che si conclude appunto con le riprese del “Boléro” di Ravel/Béjart si tratta sempre di danzare con e per “gli uni e gli altri”. L’accento come sempre è sulle relazioni umane, in particolare qui sui rapporti tra uomini e donne: negati, esaltati, violati in una “riflessione” coreografica sulle derive della società contemporanea.
TOUR:
30 e 31 maggio 2024
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Firenze
Prima assoluta
A cura di Michele Olivieri Direttore Sezione Danza)