Il coreografo riscrive completamente la creazione di Petipa
Le rubriche di fashionchannel.ch: “DANZA & BALLETTO” con la Direzione artistica di Michele Olivieri
MODENA - Uno degli eventi più attesi della rassegna di Danza al Teatro Comunale Pavarotti-Freni (13 febbraio ore 18, ore 18). In scena “Il Lago dei cigni”, il più popolare dei balletti classici, rivisitato nella versione contemporanea che uno dei maggiori coreografi di oggi, Angelin Preljocaj, ha creato in Francia per la sua compagnia.
Lo spettacolo, che ha debuttato nel 2020 in residenza al Grand Théâtre de Provence, arriva a Modena nel contesto di una grande tournée internazionale che lo ha visto ospite di palcoscenici quali l’Opéra Royal de Versailles, il Teatro Bolshoi di Mosca, la Maison de la danse di Lione e del Festival di Spoleto per la sua prima e unica data italiana lo scorso luglio. Star della Nouvelle Danse francese, Prejlocaj ha fondato la sua compagnia nel 1985. Le sue creazioni fanno il giro del mondo, con oltre 110 spettacoli all’anno, e sono nel repertorio di prestigiose compagnie, con commissioni dal Ballet de l’Opéra National de Paris, dal Teatro alla Scala e dal New York City Ballet.
Cavaliere della Legion d’Onore e Ufficiale dell’Ordine Nazionale del Merito, ha ricevuto prestigiosi premi, il “Grand Prix National de la Danse” dal Ministero della Cultura francese, il “Benois de la Danza”, il “Bessie Award” e due riconoscimenti di eccellenza per altrettante rivisitazioni di soggetti classici: il “Victoires de la Musique” per “Romeo e Giulietta” nel 1997, il “Globe de Cristal” per “Biancaneve” nel 2009. Sulla scia dell’interesse e dell’eccellenza nel balletto narrativo, Preljocaj presenta dunque un nuovo “Lac des cygnes” affiancando alla musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij nuovi arrangiamenti del collettivo 79D.
L’ambiente scenico contemporaneo, con l’accento sull’aspetto naturalistico, è realizzato grazie ai bellissimi effetti video di Boris Labbé. Restando fedele alla struttura drammaturgica del libretto, Preljocaj riscrive completamente la coreografia di Marius Petipa e porta in scena, senza punte, la sua versione del mito del danzatore-cigno focalizzandosi sugli aspetti psicoanalitici dei personaggi ma con lo sguardo fisso all’ecologia e al futuro.
Una metropoli industriale, l’acqua che sparisce a causa del riscaldamento globale, il cigno nero in via d’estinzione, come ha dichiarato il coreografo: “mi sono concentrato sulle due cose importanti del titolo: il lago e il cigno. E per come si è evoluto il mondo, laghi e animali non se la passano bene. I laghi si prosciugano per il riscaldamento del Pianeta, l’acqua dovrebbe essere una risorsa naturale ma non tutti vi hanno accesso. Quanto al cigno, se penso ai nostri figli e ai figli dei nostri figli, forse non ne hanno mai visto uno. Ecco, questi temi, così come il nostro futuro, sono alla base del mio approccio al Lago dei cigni”.
Sulle rive di un lago, Rothbart vuole sfruttare un giacimento di energia fossile. Una giovane ragazza, Odette, sembra sventare i suoi piani, lui la trasformerà in un cigno. Altrove, a una festa, Siegfried va ad opporsi al padre che vuole unire le forze con Rothbart per costruire una fabbrica sulle rive del Lago dei Cigni…
A cura di Michele Olivieri (Direttore Sezione Danza)