DANZA & BALLETTOHamlet

13.12.21 - 20:00
Ideazione di Dewey Dell / Coreografia di Teodora Castellucci
(Foto: John Nguyen)
(Foto: John Nguyen)
Hamlet
Ideazione di Dewey Dell / Coreografia di Teodora Castellucci

Le rubriche di fashionchannel.ch: “DANZA & BALLETTO” con la Direzione artistica di Michele Olivieri

MILANO – Ha debuttato a luglio al Tanznacht Festival di Berlino il nuovo lavoro di Dewey Dell, collettivo composto da Teodora, Agata e Demetrio Castellucci insieme ad Eugenio Resta. “Hamlet” (coproduzione targata Triennale Milano Teatro) è una riflessione profonda sul concetto di figlio: essere figli è una caratteristica imprescindibile all’esistenza umana. Nasciamo da altri, da cui ereditiamo un’origine e da cui impariamo a vivere procedendo per modelli imitativi, proprio come alcuni animali. I figli degli esseri umani però, a un certo punto della loro vita, devono liberarsi da ciò che gli altri, esplicitamente o segretamente, avevano in piano per loro: se questo riscatto non avvenisse, la vita di chi nasce si consumerebbe nell’affanno cieco di dover rientrare in un disegno, invasivo o latente, che non gli è mai appartenuto. 

Al centro della riflessione di Dewey Dell c’è il personaggio di Amleto, incastrato in un comando di vendetta che il proprio padre gli ha imposto, ma che lui non riesce a portare a termine fino all’ultima scena della tragedia, quando ormai è troppo tardi. Dall’impossibilità del figlio Amleto ad agire si sviluppa l’idea dello spettacolo, che vorrebbe tradurre in immagini il difficile processo di individuazione di una persona. La ricerca coreografica muove dal concetto di corporeità che accomuna i riti di possessione di tutto il mondo, senza avere l’intenzione di replicare o peggio di imitare nessuna di queste pratiche cultuali: la condizione corporea che si riscontra nelle trance di possessione - in particolare in quelle che prevedono una lacerante separazione tra persona e alterità, piuttosto che un’unione mistica con la divinità - è infatti molto simile a quella mentale di Amleto. Non essere se stessi, uscire da sé, diventare niente e nessuno in modo tale da poter offrire il proprio corpo a qualcun altro - un’alterità che varia a seconda della cultura - che entrerà e cavalcherà il corpo. In questa abnegazione totale si perde temporaneamente la capacità di sentirsi, di decidere e di esserci. 

In occasione dello spettacolo, mercoledì 15 dicembre alle ore 20.45 la compagnia sarà impegnata in un dialogo con Marinella Guatterini, docente di Teoria ed Estetica della danza alla Scuola Paolo Grassi. L’incontro, inserito nel Public Program di Triennale Milano, è a ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Dewey Dell è una compagnia di danza e performing arts fondata nel 2006 da Teodora Castellucci, Agata Castellucci, Demetrio Castellucci ed Eugenio Resta. Dal 2020 diretta da Teodora e Agata con base tra Berlino e Cesena. Nel corso degli anni la ricerca sul movimento si è avvicinata molto a tematiche antropologiche, soprattutto inerenti le origini dell’essere umano. La coreografia è costantemente ispirata dalle immagini della storia dell’arte e dai comportamenti del regno animale. Dal 2006 Dewey Dell ha prodotto i seguenti lavori: à elle vide (2007), KIN KEEN KING (2008), Baldassarre (2008), Cinquanta Urlanti Quaranta Ruggenti Sessanta Stridenti (2009), Grave (2011), Marzo (2013), Trasmissione Verticale (2016), Sleep Technique – A Response to the Cave Chauvet Pont d’Arc (2017), Deriva Traversa (2017), il dittico I Am Within & I Am Without (2018); presentati nel mondo in contesti quali: Arts House e Melbourne festival in Australia, Rencontres Chorégraphiques e Palais de Tokyo a Parigi, Wesleyan University in Connecticut USA, International Mime Festival al Barbican di Londra, A l’Arme Festival a Berlino, Steirischer Herbst a Graz, BIT Teatergarasjen a Bergen, tra gli altri. La première italiana di Marzo è stata presentata alla Biennale Danza di Venezia 2014. Lo spettacolo Sleep Technique – A Response to the Cave Chauvet Pont d’Arc (2017), presentato a Triennale Teatro nello stesso anno, è stato nominato per il Der Faust Theaterpreis in Germania nella categoria ‘coreografia’. Nel 2011 inizia una ricerca mirata alla creazione di concerti live in cui il movimento dei musicisti produce il suono stesso che essi danzano.


15-16 dicembre, ore 19.30

Triennale Milano Teatro (Viale Alemagna 6)

con Ivan Björn Ekemark, Dylan Guzowski, Layton Lachman / musica originale: Demetrio Castellucci / disegno e realizzazione costumi: Guoda Jaruševičiūte (durata 60 minuti / prima italiana)


Info: T. 02 72434208/239

A cura di Michele Olivieri (Direttore Sezione Danza)

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