,Alessandro Michele, direttore creativo della maison, si interroga su passato e futuro, la conclusione é quella di rallentare tutti i processi realizzati sin d'ora
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MILANO - Il senso del lavoro? In questi tempi di pandemia ci abbiamo pensato in parecchi, le retrizioni hanno azzerato tante certezze, e sopratutto il futuro non ci fa dormire sonni tranquilli. Il settore fashion é stato fortemente toccato dall'emergenza, sia in termini di produzione che in termini di show veri e propri. Anche la maison Gucci, per bocca del suo timoniere da 5 anni Alessandro Michele, ha ripensato al contesto lavorativo e in generale al fashion system degli ultimi anni. Giorgio Armani é stato il primo a lanciare un monito, "rallentiamo" e così lo hanno seguito tutta una schiera di colleghi, a partire dal belga Dries Van Noten
Alessandro Michele, nel periodo del lockdown, ha scritto nel suo diario in Italiano e Inglese "Ci siamo scoperti - piccola cosa. Un miracolo di niente. Abbiamo soprattutto capito di essere andati fuori misura. Le nostre azioni spregiudicate hanno incendiato la casa che abitiamo". E quindi "Oggi che la devastazione ci ha trovato impreparati, dobbiamo poter riflettere su ciò che non vorremmo tornasse uguale. Perché il rischio più grande, per il nostro domani, è quello di abdicare ad ogni reale e necessaria discontinuità. La nostra storia è, purtroppo, costellata da crisi che non ci hanno insegnato nulla". Diventato consapevole della "tirannia della velocità", "sento l'esigenza di un tempo mio, svincolato da scadenze etero-imposte che rischiano di mortificare la creatività".
Per questo - ecco l'annuncio - "ho deciso di costruire un percorso inedito, lontano dalle scadenze che si sono consolidate all'interno del mondo della moda e, soprattutto, lontano da una performatività ipertrofica che oggi non trova più una sua ragion d'essere".
"Nel mio domani, abbandonerò quindi il rito stanco delle stagionalità e degli show - spiega - per riappropriarmi di una nuova scansione del tempo, più aderente al mio bisogno espressivo. Ci incontreremo solo due volte l'anno, per condividere i capitoli di una nuova storia. Si tratterà di capitoli irregolari, impertinenti e profondamente liberi". Non solo: "Mi piacerebbe abbandonare l'armamentario di sigle che hanno colonizzato il nostro mondo: cruise, pre-fall, spring-summer, fall-winter. Mi sembrano parole stantie e denutrite". Al loro posto, spazio a nomi presi dalla musica classica: "sinfonie, rapsodie, madrigali, notturni, ouverture, concerti e minuetti"
Redazione Fashion