PeopleLa guerra sul marchio Supreme

02.08.18 - 10:37
La guerra sul marchio Supreme

Le rubriche di fashionchannel.ch: “LO SAPEVI CHE…”, curiosità di moda, alimentazione, cultura, travel, wedding, cinema, tendenze e gossip”

ROMA-È guerra aperta su ogni fronte, nel mondo della moda, tra i possessori del marchio Supreme New York e la società IBF con sede a Londra, che dopo aver lanciato Supreme in Italia sin prima del 2015 e dopo aver depositato il marchio in altri 75 paesi nel mondo, ha aperto con il brand Supreme Spain in Spagna negozi monomarca a Barcellona, Ibiza, Formentera e prossimamente a Madrid con i suoi partner iberici.

Ad averla vinta per il momento pare essere Gli americani che non avevano alcuna tutela, hanno cercato di depositare i marchi anche in sede europea con un rifiuto da parte dell’ufficio europeo marchi denominato Euipo ( https://www.nssmag.com/it/fashion/14761/supreme-italy-loses-2nd-legal-battle ) e con ulteriore rigetto anche dell’opposizione al marchio Supreme Spain, che gli uffici spagnoli hanno registrato nel dicembre 2017. Insomma quello che forse in maniera errata è stato chiamato ‘Legal Fake’, di falso non ha proprio nulla.

Il brand americano che ha avuto anche problemi negli Stati Uniti per la registrazione pare abbia anche venduto al fondo di investimenti CArlyle il 50%della società per 500 milioni di euro anche se dai registri delle società americane il tutto risulta ancora in capo alla Chapter 4.

Strategie anomale, prodotti introvabili e nessuna vendita in Italia come in altri paesi in Europa e nel mondo che hanno determinato lo strano fenomeno de reselling dove alcuni articoli degli americani si vendevano a qualche ingenuo ragazzo al prezzo di qualche migliaia di euro.

Guerra a colpi di carta bollata che inizialmente determinarono in sede civile dei provvedimenti provvisori solo per l’Italia contro supreme Italia ma con il passare del tempo diversi tribunali tra cui quelli penali come Rimini, Modena e da ultimo con due distinte e precise ordinanze del riesame di Trani hanno sottolineato l’assenza di qualsivoglia moda.

La storia continua e avrà ancora altri risvolti visto che la IBF a Milano ed anche in altre sedi non solo continuerà a dare battaglia ma richiederà risarcimenti milionari agli americani che forse hanno arrogantemente pensato di essere notori a prescindere la moda e i suoi fenomeni sempre più legal assolutamente non fake: a confermarlo anche l’ultima ordinanza del tribunale di Trani a favore di Supreme Italia & Supreme Spain (https://www.nssmag.com/it/pills/15778/due-sentenze-del-tribunale-di-trani-scagionano-supreme-italia).

Redazione

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