SALUTE E MEDICINADisturbo ossessivo: quando diventa una costrizione!

16.09.19 - 14:00
“Parola all’esperto”, ascoltando le sue opinioni, consigli e riflessioni, oggi incontriamo il Dott. Michele Mattia, psichiatra e presidente Asi-Adoc
Disturbo ossessivo: quando diventa una costrizione!
“Parola all’esperto”, ascoltando le sue opinioni, consigli e riflessioni, oggi incontriamo il Dott. Michele Mattia, psichiatra e presidente Asi-Adoc

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LUGANO - “Era più importante per i mei genitori che io andassi a messa, che seguissi tutte le attività della Chiesa, che pregassi mettendomi sempre in posizione di genuflessione…piuttosto che andare a giocare con gli altri bambini.

Mia madre era molto normativa…ho molto amato mia madre, ma forse l’educazione è sta-ta troppo severa.

Anticipava sempre lei ogni cosa: devi fare così…è sbagliato fare in quel modo…stai attento quando esci….non farmi fare brutte figure…questo mi diceva.

Lo diceva per proteggermi, ma forse ha avuto l’effetto di non autonomizzarsi…

Mio padre sembrava si fosse assimilato a lei, accettava quello che mia madre diceva…non ho mai capito se lui ci teneva così tanto come la mamma alla religione, o se invece lo fa-ceva per non contrastarla e non sviluppare dei conflitti…”

Così racconta Mario la sua infanzia.

Antonello, che oggi ha 60 anni, durante l’adolescenza ha iniziato a sentirsi dubbioso, insi-curo, ad avere pensieri ruminanti.

Al lavoro era molto più lento degli altri: per adempiere ad una mansione che i colleghi fa-cevano in un’ora, lui ne metteva almeno due e nei mesi il rallentamento era diventato an-cora più significativo ed anche gli atti della vita quotidiana cominciarono a rallentarsi.

La sua mente era colma di pensieri dubbiosi, di ruminazioni, di contraddizioni e per ridurre quest’ansia psichica iniziò a mettere in atto comportamenti compensatori.

Iniziò a lavarsi le mani sempre più spesso poiché i suoi pensieri gli dicevano che tutto ciò che toccava poteva esssere contaminato.

Ogni cosa che toccava doveva essere poi compensata con innnumerevoli lavaggi.

Iniziò ad associare alla paura della sporcizia e al lavaggio, il conteggio dei numeri.

Se non si lavava le mani almeno 20 volte non si sentiva pulito e se l’ultimo lavaggio non coincideva con un numero mentale multiplo di 3 doveva ricominciare tutto daccapo.

Il disturbo ossessivo compulsivo si può curare, ma bisogna riconoscerlo e sapere chiedere sostegno subito.

A cura di: Dott. Michele Mattia (psichiatra e presidente Asi-Adoc) 

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