Il brand ha fornito oltre 1,5 milioni di mascherine e 250 mila dispositivi di protezione grazie alla conversione della produzione del suo marchio Jan Mayen
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VERONA - MooRER ha fornito oltre un milione e mezzo di mascherine, inclusive delle tipologie ffp2, ffp3 e chirurgiche, oltre che 250.000 camici monouso e 15.000 tute impermeabili sdoganate direttamente ad una lunga lista di enti di pubblica utilità italiana. L’operazione è stata resa possibile in seguito alla scelta di MooRER di convertire l’intera produzione del suo storico marchio Jan Mayen, che opera in Cina nella realizzazione di dispositivi di protezione. A ulteriore supporto, e per velocizzarne i processi, è stata attivata anche una parte del polo produttivo di MooRER in Italia che ha contribuito, in poco tempo, a produrre una quantità di dispositivi per il supporto di realtà collocate nelle zone più colpite dalla pandemia in Italia, tra le quali Ats Bergamo e Brescia, Croce Rossa italiana, diversi comuni lombardi, case di riposo, ospedali e istituti farmacologici e di ricerca.
Grazie a un consolidato rapporto commerciale con la Cina, MooRER ha potuto garantire all’Italia un celere approvvigionamento di mascherine certificate CE durante lo stato di emergenza, messe a disposizione dei soggetti richiedenti al solo costo di produzione, per una vendita, dunque, dalla quale l’azienda non ha inteso ottenere alcun guadagno. A sostegno solidale della sua zona di origine, inoltre, il brand è riuscito nell’intento di donare 25.000 dispositivi ( 20.000 mascherine chirurgiche e 5000 camici ) agli istituti ospedalieri del Veronese.
La decisione del brand ha perseguito lo scopo fondamentale di mettere in sicurezza il lavoro dei soggetti più esposti, come il personale medico e gli operatori sanitari, nonché di sostenere tutta la comunità, in buona parte ad oggi ancora sprovvista di adeguati dispositivi di protezione.
«Nella situazione di emergenza senza precedenti che sta colpendo tutto il mondo, e che il nostro Paese sta affrontando coraggiosamente in prima linea, abbiamo sentito il dovere di restituire alla comunità il sostegno che fino ad ora ci ha dato, offrendo un contributo tangibile, in particolare a tutto lo staff ospedaliero che lavora ininterrottamente da settimane. Convertendo la produzione di Jan Mayen abbiamo voluto fare la nostra parte per sostenere il Paese, mettendo in condizioni di sicurezza il personale medico e la nostra comunità con dispositivi di protezione adeguati. Per questa ragione, non abbiamo commercializzato questi dispostivi al prezzo di mercato ma li abbiamo mettere a disposizione di chi ne ha bisogno coprendone solo i costi per la realizzazione», commenta Moreno Faccincani, ceo Moorer.
Redazione Fashion