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MILANO-Il calcolo distribuito, tecnologia attraverso la quale è possibile mettere a disposizione la potenza di calcolo di qualunque pc in modo sicuro (attraverso l’installazione di un software certificato) e senza alcun investimento, rappresenta un sostegno concreto alla ricerca, poiché è in grado di supportare progetti scientifici riducendo sensibilmente i tempi di lavoro dei ricercatori che altrimenti potrebbero impiegare anni per la soluzione di calcoli complessi.
“Il tempo è fondamentale per curare” ha sottolineato Corrado Musso Responsabile di neurochirurgia dell’ospedale Humanitas Cavazzeni di Bergamo.
BLOCKCHAIN FOR LIFE, progetto promosso da Y&R Italia e sposato da IED – Istituto Europeo di Design – si muove esattamente in questa direzione: una volta terminate le attività didattiche, l’Ateneo offrirà il tempo e il potenziale inutilizzato dei computer per scopi scientifici. A partire da questa sera i pc di IED non si fermeranno e grazie a un software open source (BOINC: Berkeley Open Infrastructure for Network Computing) lavoreranno tutta la notte in favore di Rosetta@home, istituto di ricerca americano che si occupa di prevedere la struttura tridimensionale delle proteine e le interazioni tra di esse. IED è la prima università al mondo ad aver installato il software e a utilizzare la potenza di calcolo dei suoi computer con questa finalità.
La scelta di Rosetta@home come destinatario non è casuale: rafforzare la ricerca in questo campo può consentire ai ricercatori di definire quali proteine sono utili alla cura di numerose malattie come AIDS, Cancro, Malaria o Morbo d’Alzheimer.
«I giovani sono il centro del nostro mondo, li prepariamo al futuro professionale ma sentiamo il dovere di fare di più per cercare di migliorare la loro vita, la vita di tutti! Per questa ragione abbiamo scelto di aderire a BLOCKCHAIN FOR LIFE mettendo a disposizione le risorse che abbiamo, cioè i nostri computer. Contribuire alla ricerca con BLOCKCHAIN FOR LIFE non comporta alcun costo: se tutte le aziende si unissero a noi, donando il tempo inutilizzato dei propri computer ad una nobile causa, creeremmo insieme il più grande network benefico. La ricerca acquisirebbe un potere mai visto prima. E questo, a qualcuno, potrebbe davvero cambiare vita» ha commentato Elena Sacco, Direttore della Scuola di Comunicazione di IED Milano.
Redazione Fashion – A cura di: F. Nardozza (IED)