Tutte le notizie e curiosità, nello speciale PITTI UOMO 94, 12-15 giugno, curato dalla nostra redazione
FIRENZE-“Chi si ama mi segua” è quindi l’invito del designer bresciano che, utilizzando strumenti ad alto valore intrinseco, quali la giacca intelata e una scelta di tessuti top di gamma, aggiunge precise scelte di stile. Così l’abito non è più qualcosa di esterno da sè, ma qualcosa che appartirene già e che aiuta l’uomo contemporaneo ad amarsi di più. Dall’Apparire all’Essere: la moda maschile cambia mission.
Maurizio Miri esprime il superamento del concetto di sartorialità, che oggi non può più costituire un’alibi per l’assenza di ricerca nella moda maschile, ma deve configurarsi quale mezzo dinamico con cui raggiungere lo stile.
Le nuove giacche si appropriano quindi della struttura tridimensionale del sartoriale, ma la piegano e l’ammorbidiscono in un gioco di contaminazioni dove il tessuto è scelto in funzione emozionale, per conferire ad ogni modello un’anima diversa, in grado di evocare immagini forti.
Così i particolari finissaggi delle lane di Botto Giuseppe esprimono una finezza contemporanea, mentre dall’archivio di Ferla torna a nuova vita un falso unito in lana e seta. Con le trame 3D dei cotoni giapponesi proposti dalla Tessitura Ubertino la giacca si appropria di un’inedita tridimensionalità materica. Al prestigio delle lane mohair di Vitale Barberis Canonico si aggiungono le lane finissime dei Fratelli Tallia di Delfino e le 130’s di Carlo Barbera. Con Ethomas lana e seta pied-de-poule offrono un contributo alla sensibilità tattile più estrema.
La proposta più “rock” della stagione, dove il tessuto si anima di motivi floreali damascati su cotone e lino, si configura nell’abbinamento della proposta del Lanificio Tessilstrona di Biella che, eccezionalmente, si abbina ad un esclusivo finissaggio che Maurizio Miri ha studiato con Intex. La giacca così figura estenuata e logora, come se avesse vissuto mille vite.
Alla ricerca sfrenata dei tessuti e delle speciali lavorazioni, fa eco un’accurata costruzione degli accessori. Partendo dalla materia pura. I nuovi bottoni nascono da lava, pirite ed eosite, lavorati a mano con flessibile diamantato. All’opacità della serie minerale, si contrappone poi la leggerezza del bottone in filigrana d’ottone tinto con speciali galvaniche e già cifra distintiva delle collezioni di Maurizio Miri. Si aggiunge infine la nuova proposta in corno naturale con laserazione passante, per conferire luce e finezza al bottone-gioiello.
La palette dei colori privilegia i toni insaturi, ma li mantiene intensi e netti. Tortora, vinaccia, terra si alternano alla gamma dei verdi, giocati su tonalità scure, ai blu e alla proposta dei neri e dei grigi.
Redazione fashion – A cura di: AnnaBi & Laura Magni